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E' ragionevole pensare che oggi chiunque porta questo cognome discenda da tale Bartolomeo Menada il cui quattrocentocinquantesimo anniversario di nascita cade nel 2015.

E' il primo cui si è potuti risalire perchè solo in quegli anni e per la prima volta vennero impartite disposizioni che imponevano alle parrocchie di annotare diligentemente le nascite - e le morti - su un registro. Prima di allora non c'era nulla del genere; si nasceva e si moriva in assoluto anonimato, fatti salvi principi e re.

Bartolomeo Menada nasce a Casale Corte Cerro nel 1565, Comune oggi in provincia di Verbania nel Piemonte settentrionale subalpino, a quei tempi territorio amministrato da Carlo V re di Francia.


Prima di lui, non è possibile avere notizie.


I dati genealogici e la costruzione dell'Albero sono ricavati da un grosso lavoro di ricerca svolto nel 1929 da un tale Sig. Olivero che ricevette l'incarico di risalire di figlio in padre fin dove possibile. La sua prima stesura è in archivio. Commissionare ricerche genealogiche era a quei tempi una moda abbastanza diffusa tra le famiglie che se lo potevano permettere. Successivamente l'albero è stato aggiornato a più riprese fino agli anni 60. Una ultima revisione ed aggiornamento è molto più recente, propedeutica alla stesura di queste pagine web.

In breve, il capostipite Bartolomeo ebbe 2 figli. Però solo uno gli diede dei nipoti che arrivarono alla maturità. I bisnipoti andarono a vivere a Feriolo. Da Feriolo alcuni contemporaneamente si insediarono a Valenza ed altri a Crevacuore. Da Valenza un gruppetto andò ad occupare Pecetto di Valenza mentre i feriolesi si estinguevano. Il periodo pecettese durò il tempo di una generazione, i figli si sparpagliarono tra Reggio Emilia, Genova, Milano e Roma. Poco dopo, siamo alla fine dell'800, un Menada da Crevacuore svalicò le Alpi ed ora in Francia ci sono alcuni suoi discendenti.

I cugini di Francia per il momento non hanno fornito indicazioni di alcun tipo, fatta salva la conferma che avevano un avo italiano di nome Fiorenzo che a cavallo tra l'800 e il '900 arrivò in Francia dall'Italia dopo aver varcato le Alpi.

A fianco, una pagina delle tante che compongono l'albero realizzato dal Sig. Olivero.

 

Nel diagramma qui a fianco, viene mostrata la diffusione ed il numero di "Menada" vissuti e viventi generazione per generazione, divisi per luogo di residenza. Nella prima colonna sotto il numero 1 corrisponde il già citato Bartolomeo Menada di Casale Corte Cerro, che rappresenta la prima generazione, vissuta alla fine del 1500. Ovviamente i dati non sono rappresentati in modo preciso, ma nel loro complesso rendono abbastanza bene l'idea di come si sono mossi i figli ed i figli dei figli nello spazio oltre che nel tempo.

Aggiornamento 2019.

 

Nella ricerca del Sig. Olivero risultò un titolo nobiliare di cui si conosce la nascita, fedelmente riportata nella didascalia di Guglielmo Francesco Salvatore, al quale venne concesso il 19 Maggio 1832.

 

Il titolo si perse in mancanza di eredi maschi, ma nel 1961 i reali italiani, dal loro esilio svizzero, decisero di ringraziare la famiglia Menada per il lavoro straordinario che la Paola aveva condotto durante la seconda guerra mondiale conferendo nuovamente il titolo. La Paola Menada aveva subito l'affronto di vedersi pubblicamente strappare i gradi da crocerossina per non aver voluto aderire alla repubblica di Salò. Dopo la fine del conflitto le vicende erano state dimenticate, ma infine venne l'occasione per celebrare la figura di Paola e venne concesso il titolo di Barone a Giacomo.

Quello mostrato a fianco è lo stemma di famiglia in due versioni.

Più recentemente, una gran parte del materiale storico della famiglia è stato assemblato e composto in un bel libro scritto da Luisa Bosi, integralmente riportato in archivio ed utilizzato per le descrizioni di alcune biografie.