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E' ragionevole pensare che oggi chiunque porta questo cognome discenda da tale Bartolomeo Menada il cui quattrocentocinquantesimo anniversario di nascita cade nel 2015.

E' il primo cui si è potuti risalire perchè solo in quegli anni e per la prima volta vennero impartite disposizioni che imponevano alle parrocchie di annotare diligentemente le nascite - e le morti - su un registro. Prima di allora non c'era nulla del genere; si nasceva e si moriva in assoluto anonimato, fatti salvi principi e re.

Bartolomeo Menada nasce a Casale Corte Cerro nel 1565, Comune oggi in provincia di Verbania nel Piemonte settentrionale subalpino, a quei tempi territorio amministrato da Carlo V re di Francia.


Prima di lui, non è possibile avere notizie. Tuttavia qualche informazione aggiuntiva potrebbe venire dalla ricerca eseguita su campioni di saliva del DNA, utilizzando le risorse di un sito web che afferma fornire dati affidabili. In due, cugini di secondo grado, è stato eseguito il test del DNA. Si riportano due frammenti di pagine del sito web in questione relativi ad uno dei due "partecipanti" al test.




La presenza di un 2% di DNA iberico sembrerebbe incoraggiare l'ipotesi che i Menada scapparono dalla Spagna della diaspora dopo il 1492 e si rifugiarono nelle Alpi dove restarono anonimi fino alla nascita di Bartolomeo, sessantasette anni dopo. Per contro, non sono state trovate tracce di DNA di origine ebraica. Le varianti di Neanderthal sembrano più uno scherzo. Non è chiaro che tipo di tracce possano lasciare nell'individuo. Nel corso della pandemia di COVID19 circolarono voci che la presenza di tracce di DNA neandethaliano nell'individuo potesse rappresentare un elemento che avesse effetti sulla possibilità di venire infettati, ma le informazioni riportate sono state contraddittorie.


I dati genealogici e la costruzione dell'Albero Genalogico sono ricavati da un grosso lavoro di ricerca svolto nel 1929 da un tale Sig. Olivero che ricevette l'incarico di risalire di figlio in padre fin dove possibile. La sua prima stesura è in archivio. Commissionare ricerche genealogiche era a quei tempi una moda abbastanza diffusa tra le famiglie che se lo potevano permettere. Successivamente l'albero è stato aggiornato a più riprese fino agli anni 60. Una ultima revisione ed aggiornamento è molto più recente, propedeutica alla stesura di queste pagine web.

In breve, il capostipite Bartolomeo ebbe 2 figli. Però solo uno gli diede dei nipoti che arrivarono alla maturità. I bisnipoti andarono a vivere a Feriolo. Da Feriolo alcuni contemporaneamente si insediarono a Valenza ed altri a Crevacuore. Da Valenza un gruppetto andò ad occupare Pecetto di Valenza mentre i feriolesi si estinguevano. Il periodo pecettese durò il tempo di una generazione, i figli si sparpagliarono tra Reggio Emilia, Genova, Milano e Roma. Poco dopo, siamo alla fine dell'800, un Menada da Crevacuore svalicò le Alpi ed ora in Francia ci sono alcuni suoi discendenti.

Nel 2015 il gruppo più numeroso è a Crevacuore, seguito dai Reggiani, Romani, Milanesi e Genovesi.
I cugini di Francia per il momento non hanno fornito indicazioni di alcun tipo, fatta salva la conferma che avevano un avo italiano di nome Fiorenzo che a cavallo tra l'800 e il '900 arrivò in Francia dall'Italia dopo aver varcato le Alpi.

A fianco, una pagina delle tante che compongono l'albero realizzato dal Sig. Olivero.

 

Nel diagramma qui a fianco, viene mostrata la diffusione ed il numero di "Menada" vissuti e viventi generazione per generazione, divisi per luogo di residenza. Nella prima colonna sotto il numero 1 corrisponde il già citato Bartolomeo Menada di Casale Corte Cerro, che rappresenta la prima generazione, vissuta alla fine del 1500. Ovviamente i dati non sono rappresentati in modo preciso, ma nel loro complesso rendono abbastanza bene l'idea di come si sono mossi i figli ed i figli dei figli nello spazio oltre che nel tempo.

Aggiornamento 2019.

 

Nonostante alcuni ripetuti tentativi da parte di membri della famiglia, la famiglia Menada non può vantare titoli nobiliari. Nondimeno nella ricerca del Sig. Olivero un titolo venne a galla. Esiste infatti un titolo nobiliare di cui si conosce la nascita, fedelmente riportata nella didascalia di Guglielmo Francesco Salvatore, al quale venne concesso il 19 Maggio 1832. Ma Guglielmo Francesco Salvatore ebbe una sola figlia femmina, il titolo si estinse. Resta il DNA di Neanderthal.

 

Nel 1961 i reali italiani, dal loro esilio svizzero, decisero di ringraziare la famiglia Menada per il lavoro straordinario che la Paola aveva condotto durante la seconda guerra mondiale. La Paola Menada aveva subito l'affronto di vedersi pubblicamente strappare i gradi da crocerossina per non aver voluto aderire alla repubblica di Salò. Dopo la fine del conflitto le vicende erano state dimenticate, ma infine venne l'occasione per celebrare la figura di Paola e venne concesso il titolo di Barone a Giacomo.

Titolo perso prontamente nel giro di una generazione in quanto Giacomo non ebbe figli maschi.

Quello mostrato a fianco è lo stemma di famiglia in due versioni.

Più recentemente, una gran parte del materiale storico della famiglia è stato assemblato e composto in un bel libro scritto da Luisa Bosi, integralmente riportato in archivio ed utilizzato per le descrizioni di alcune biografie,

 
 

L'origine della parola e dunque del cognome Menada al momento è ignoto. Nella Penisola Iberica non ci sono elementi. Un primo riferimento storico la cui radice assomiglia in modo significativo è rappresentato dalle "Menadi", ossia delle donne raffigurate su alcune monete di epoca romana recuperate negli scavi di alcune rovine nei Balcani. Le Menadi erano seguaci del dio Dioniso. In Macedonia, secondo Plutarco sono state chiamate Mimallones e Klodones. Il loro nome si traduce letteralmente come "quelle che delirano". Le Menadi, in stato di semi incoscienza, vagavano attraverso le foreste e colline. Erano conosciute come selvagge, folli e non si poteva parlare con loro. Erano di solito raffigurate come coronate di foglie di vite, vestite di pelli rosse, in scene di ballo selvaggio. Ecco una immagine; è la foto di una statuina (o una fedele riproduzione) ritrovata negli scavi sopracitati. (fonte; Wikipedia)

 

Il ritrovamento delle statue delle Menadi ha dato il nome al sito archeologico nel sud della Bulgaria, ecco pertanto che il nome Menada è utilizzato nei Balcani in diversi contesti. Oggi vi sono degli insediamenti immobiliari che portano il nome Menada, costruiti da una omonima società immobiliare che nel proprio sito web informa di avere altre attività collaterali. Lo stesso nominativo è stato adottato da una casa vinicola nella zona di Stara Zagova.

Con il nome Menada, cercando su Internet, si trova un bar in Macedonia, un gruppo musicale forse ancora attivo e la già nominata azienda o gruppo aziendale manifatturiera.

Aggiornamento 2023

Con il nome Menada esiste un insetto, ordine dei Lepidotteri. A fianco una descrizione presa da Wikipedia.

 

Una tale Sig.ra CAREY, nata nel 1904, portava il nome di battesimo "Menada" che sembra singolare ma non lo è considerando che negli Stati Uniti ai neonati vengono spesso affibbiati nomi frutto della combinazione casuale di sillabe e vocali. Forse la signora era di origine bulgara. Ad oggi non risulta che un Menada si recò negli USA alla fine dell'800 e che la sua presenza condizionò la scelta di un nome dato ad una bambina.