… Settore
Kalitwa: … ciò che preoccupava il Generale Nasci (Comandante
del Corpo d’Armata Alpino) era, naturalmente, l’andamento
della battaglia nel settore della “Cosseria”, il cui
Battaglione di estrema sinistra, il 2°/89° Fanteria, si
saldava a Nowo Kalitwa con il Saluzzo del 2° Alpini; era
chiaro che la penetrazione nemica in quel sensibile tratto
di sutura avrebbe minacciato il fianco destro del Corpo
d’Armata Alpino ed offerto ai Russi la possibilità di
prendere alle spalle, con le loro colonne corazzate, le tre
Divisioni Alpine schierate sul Don (“Cuneense”, “Tridentina”
e “Julia”). … Il giorno 18 Dicembre il Comandante del
2° Alpini, ordinava al Tenente Filippo Percivalle della 22a
Compagnia del Saluzzo, dislocata a Staro Kalitwa, unico
reparto ancora disponibile, di riconoscere il terreno tra
Nowo Kalitwa e Nowo Melniza ed inviare nel contempo sul
“Pisello” (importante caposaldo in quota) un rinforzo, alla
Compagnia del 2°/89° Fanteria che ancora vi resisteva. …
nel frattempo però la situazione del 2° Battaglione dell’89°
Fanteria si faceva molto seria e pertanto il comando del 2°
Alpini ordinava alla 22a Compagnia di raggiungere
immediatamente Nowa Kalitwa e di mettersi a disposizione del
Comandante del 2°/89°. Giunta sul posto, la 22a trovava una
situazione piuttosto confusa, aggravata dalla sopraggiunta
oscurità. … La notte passò tra continui tentativi
nemici di saggiare la saldezza della nostra difesa … Gli
Alpini reagirono sempre con grande risolutezza, infliggendo
al nemico gravi perdite … il 19 dicembre, i Russi sferravano
un poderoso attacco con tre Battaglioni, appoggiati da carri
armati e da un violento fuoco di artiglieria e mortai. …
I Valorosi Alpini della 22a Compagnia non si persero
d’animo: la consegna era di resistere e resistettero … ad un
tratto alla valorosa Compagnia Alpina cominciarono a
scarseggiare le munizioni. … La situazione della 22a
Compagnia, già abbastanza critica, veniva aggravata dal
fatto che il suo valoroso Comandante, Tenente Percivalle,
cadeva gravemente ferito al ventre … a lui subentrò il non
meno valoroso Tenente Piero Menada … agli ordini del nuovo
Comandante, la 22a continuò a resistere impavida ai nuovi
attacchi nemici. … Più d’una volta gli Alpini erano
costretti a ricorrere all’arma bianca per respingere le
infiltrazioni nemiche aumentando il bilancio, già pesante
delle perdite … veniva ferito, in queste circostanze, in
modo leggero, il Tenente Menada. … Con il calare delle
tenebre, il nemico che, malgrado la dovizia di uomini e di
mezzi, non era riuscito a superare la difesa della 22a
Compagnia, sospendeva il combattimento. … Il secondo
attacco, molto più robusto e pericoloso, si sviluppò la sera
del 23 Dicembre, nella piana del Kalitwa contro i tre
capisaldi “Valdieri”, “Vinadio” e “Vignolo” … venne fatta
accorrere da Staro Kalitwa la 22a Compagnia del Tenente
Menada … il nemico all’alba era costretto a ripiegare,
lasciando sul terreno più di duecento caduti. … Sorta
la luce però si vide che tra i Caduti qualcuno si muoveva ed
il Tenente Menada con la 1a squadra del 2° Plotone, uscì dai
reticolati per vedere come stessero le cose. Tornò nelle
nostre linee con 22 prigionieri, tutti più o meno gravemente
feriti che vennero assistiti generosamente dai nostri
Alpini. Quelli della 22a Compagnia, ad esempio, rinunciarono
al caffé per darlo ai prigionieri e tornarono a Staro
Kalitwa a stomaco vuoto. … La Ritirata … Più
faticosa, lunga e movimentata fu la marcia della colonna del
2° Alpini, cui ad Annowka, si aggiunsero il Comando della
Divisione ed il 4° Battaglione misto Genio–Alpini. Ad
Annowka, a causa degli intralci sopra ricordati, la colonna
giunse nella tarda mattinata del 18 Gennaio. Il Battaglione
“Saluzzo”, che era di retroguardia, vi giunse alle ore
11,00. … E si erano avuti chiari indizi della
presenza, nei pressi del paese, di nuclei nemici e fu dato
ordine alla 22a Compagnia del Tenente Menada di tenere a
bada il nemico finché tutta la colonna non si fosse
allontanata. Il Tenente Menada organizzò la difesa
appostandosi appena fuori dal paese … appena la coda della
colonna ebbe lasciato il villaggio, un reparto regolare
nemico, rimasto fino ad allora defilato, attaccava sia sui
fianchi che frontalmente la 22a Compagnia. A dare manforte
ai loro compatrioti balzavano fuori dalle case i partigiani
(gente che fino ad un’ora prima aveva ricevuto il pane ed il
rancio dai nostri Alpini) i quali attaccarono la Compagnia
alle spalle. La 22a presa tra due fuochi passò un momento
veramente difficile ma grazie alla decisione degli Alpini e
all’energia del Comandante, riuscì a sganciarsi lasciando
però sul terreno circa trenta Alpini ed altri quindici
rimanevano feriti. … erano le ore 05,30 del 27
Gennaio. … La cattura del Generale Battisti
(Comandante della “Cuneense”) e degli Ufficiali del suo
Comando segnò in pratica la fine della gloriosa Divisione.
Ciò non di meno gli Alpini non si arresero. Il Maggiore
Boniperti che, con i circa 150 uomini del “Saluzzo” che
ancora rimanevano, era stato, un paio d’ore prima, messo in
avanguardia dal Generale Battisti, cercò di forzare il
passaggio con le armi ma addosso alla colonna piombò allora
una tempesta di cannonate che uccisero un buon numero di
uomini ed obbligò gli altri a desistere dalla lotta. Qualche
gruppo tentò ancora, disperatamente, di infiltrarsi fra le
maglie dello sbarramento nemico. Così fece un nucleo della
22a Compagnia del “Saluzzo” con il Tenente Menada … questo
gruppo di uomini, riuscito a fuggire alla prima retata,
forzò al massimo il passo e, varcata la ferrovia, oltrepassò
anche il fiume Waluj, ma poco oltre venne fatto oggetto del
fuoco nemico … vennero fuori i carri armati e la cavalleria
cosacca … venne ferito anche il Tenente Menada che, ciò
nonostante, con il Capitano Ferraro ed i pochi Alpini
rimasti, tentò un ultimo disperato assalto alla baionetta
subito infranto da una valanga di Russi che catturarono quei
valorosi. … Il Tenente degli Alpini Piero Menada –
decorato di una Medaglia di Bronzo e due Medaglie d’Argento
al Valor Militare, risulta deceduto nel lager di Oranki per
tifo petecchiale, l’11 Aprile 1943 ed ivi sepolto. Così
descrive quel tristissimo campo di concentramento il
Cappellano Militare Giovanni Brevi, M.O.V.M., Russia
1942-1954 … Il Campo di Oranki – tutti lazzaretti,
meno due baracconi per i cosiddetti “sani” – era sistemato
nel perimetro di una vecchia villa zarista nella quale, in
epoche passate, venivano confinati dagli Zar, principi che
avevano commesso qualche mancanza. Ai suoi tempi doveva
essere una prigione dorata. …
|