Da: Storia delle Truppe Alpine
curata dal Generale Emilio Faldella, edita sotto gli auspici dell’Associazione Nazionale Alpini. Cavallotto Editore, Edizioni Bandoni, Milano 1971
3° volume.


Settore Kalitwa: … ciò che preoccupava il Generale Nasci (Comandante del Corpo d’Armata Alpino) era, naturalmente, l’andamento della battaglia nel settore della “Cosseria”, il cui Battaglione di estrema sinistra, il 2°/89° Fanteria, si saldava a Nowo Kalitwa con il Saluzzo del 2° Alpini; era chiaro che la penetrazione nemica in quel sensibile tratto di sutura avrebbe minacciato il fianco destro del Corpo d’Armata Alpino ed offerto ai Russi la possibilità di prendere alle spalle, con le loro colonne corazzate, le tre Divisioni Alpine schierate sul Don (“Cuneense”, “Tridentina” e “Julia”).

Il giorno 18 Dicembre il Comandante del 2° Alpini, ordinava al Tenente Filippo Percivalle della 22a Compagnia del Saluzzo, dislocata a Staro Kalitwa, unico reparto ancora disponibile, di riconoscere il terreno tra Nowo Kalitwa e Nowo Melniza ed inviare nel contempo sul “Pisello” (importante caposaldo in quota) un rinforzo, alla Compagnia del 2°/89° Fanteria che ancora vi resisteva.

nel frattempo però la situazione del 2° Battaglione dell’89° Fanteria si faceva molto seria e pertanto il comando del 2° Alpini ordinava alla 22a Compagnia di raggiungere immediatamente Nowa Kalitwa e di mettersi a disposizione del Comandante del 2°/89°. Giunta sul posto, la 22a trovava una situazione piuttosto confusa, aggravata dalla sopraggiunta oscurità.

La notte passò tra continui tentativi nemici di saggiare la saldezza della nostra difesa … Gli Alpini reagirono sempre con grande risolutezza, infliggendo al nemico gravi perdite … il 19 dicembre, i Russi sferravano un poderoso attacco con tre Battaglioni, appoggiati da carri armati e da un violento fuoco di artiglieria e mortai.

I Valorosi Alpini della 22a Compagnia non si persero d’animo: la consegna era di resistere e resistettero … ad un tratto alla valorosa Compagnia Alpina cominciarono a scarseggiare le munizioni.

La situazione della 22a Compagnia, già abbastanza critica, veniva aggravata dal fatto che il suo valoroso Comandante, Tenente Percivalle, cadeva gravemente ferito al ventre … a lui subentrò il non meno valoroso Tenente Piero Menada … agli ordini del nuovo Comandante, la 22a continuò a resistere impavida ai nuovi attacchi nemici.

Più d’una volta gli Alpini erano costretti a ricorrere all’arma bianca per respingere le infiltrazioni nemiche aumentando il bilancio, già pesante delle perdite … veniva ferito, in queste circostanze, in modo leggero, il Tenente Menada.

Con il calare delle tenebre, il nemico che, malgrado la dovizia di uomini e di mezzi, non era riuscito a superare la difesa della 22a Compagnia, sospendeva il combattimento.

Il secondo attacco, molto più robusto e pericoloso, si sviluppò la sera del 23 Dicembre, nella piana del Kalitwa contro i tre capisaldi “Valdieri”, “Vinadio” e “Vignolo” … venne fatta accorrere da Staro Kalitwa la 22a Compagnia del Tenente Menada … il nemico all’alba era costretto a ripiegare, lasciando sul terreno più di duecento caduti.

Sorta la luce però si vide che tra i Caduti qualcuno si muoveva ed il Tenente Menada con la 1a squadra del 2° Plotone, uscì dai reticolati per vedere come stessero le cose. Tornò nelle nostre linee con 22 prigionieri, tutti più o meno gravemente feriti che vennero assistiti generosamente dai nostri Alpini. Quelli della 22a Compagnia, ad esempio, rinunciarono al caffé per darlo ai prigionieri e tornarono a Staro Kalitwa a stomaco vuoto.

La Ritirata

Più faticosa, lunga e movimentata fu la marcia della colonna del 2° Alpini, cui ad Annowka, si aggiunsero il Comando della Divisione ed il 4° Battaglione misto Genio–Alpini. Ad Annowka, a causa degli intralci sopra ricordati, la colonna giunse nella tarda mattinata del 18 Gennaio. Il Battaglione “Saluzzo”, che era di retroguardia, vi giunse alle ore 11,00.

E si erano avuti chiari indizi della presenza, nei pressi del paese, di nuclei nemici e fu dato ordine alla 22a Compagnia del Tenente Menada di tenere a bada il nemico finché tutta la colonna non si fosse allontanata. Il Tenente Menada organizzò la difesa appostandosi appena fuori dal paese … appena la coda della colonna ebbe lasciato il villaggio, un reparto regolare nemico, rimasto fino ad allora defilato, attaccava sia sui fianchi che frontalmente la 22a Compagnia. A dare manforte ai loro compatrioti balzavano fuori dalle case i partigiani (gente che fino ad un’ora prima aveva ricevuto il pane ed il rancio dai nostri Alpini) i quali attaccarono la Compagnia alle spalle. La 22a presa tra due fuochi passò un momento veramente difficile ma grazie alla decisione degli Alpini e all’energia del Comandante, riuscì a sganciarsi lasciando però sul terreno circa trenta Alpini ed altri quindici rimanevano feriti.

erano le ore 05,30 del 27 Gennaio.

La cattura del Generale Battisti (Comandante della “Cuneense”) e degli Ufficiali del suo Comando segnò in pratica la fine della gloriosa Divisione. Ciò non di meno gli Alpini non si arresero. Il Maggiore Boniperti che, con i circa 150 uomini del “Saluzzo” che ancora rimanevano, era stato, un paio d’ore prima, messo in avanguardia dal Generale Battisti, cercò di forzare il passaggio con le armi ma addosso alla colonna piombò allora una tempesta di cannonate che uccisero un buon numero di uomini ed obbligò gli altri a desistere dalla lotta. Qualche gruppo tentò ancora, disperatamente, di infiltrarsi fra le maglie dello sbarramento nemico. Così fece un nucleo della 22a Compagnia del “Saluzzo” con il Tenente Menada … questo gruppo di uomini, riuscito a fuggire alla prima retata, forzò al massimo il passo e, varcata la ferrovia, oltrepassò anche il fiume Waluj, ma poco oltre venne fatto oggetto del fuoco nemico … vennero fuori i carri armati e la cavalleria cosacca … venne ferito anche il Tenente Menada che, ciò nonostante, con il Capitano Ferraro ed i pochi Alpini rimasti, tentò un ultimo disperato assalto alla baionetta subito infranto da una valanga di Russi che catturarono quei valorosi.

Il Tenente degli Alpini Piero Menada – decorato di una Medaglia di Bronzo e due Medaglie d’Argento al Valor Militare, risulta deceduto nel lager di Oranki per tifo petecchiale, l’11 Aprile 1943 ed ivi sepolto.
Così descrive quel tristissimo campo di concentramento il Cappellano Militare Giovanni Brevi, M.O.V.M., Russia 1942-1954

Il Campo di Oranki – tutti lazzaretti, meno due baracconi per i cosiddetti “sani” – era sistemato nel perimetro di una vecchia villa zarista nella quale, in epoche passate, venivano confinati dagli Zar, principi che avevano commesso qualche mancanza. Ai suoi tempi doveva essere una prigione dorata.
 …