Nina carissima, sono qui a letto per
qualche tempo per Il mio solito disturbo di stomaco, quindi
penso a tante cose che si riferiscono alla nostra famiglia e
penso specialmente a te alla quale come sai sono tanto
affezionato. Da parecchi mesi ho compiuto i 91 anni, ma
eccettuato qualche disturbo di stomaco che alle volte mi da
fastidio del resto sto abbastanza bene. Naturalmente le forze
fisiche sono di molto diminuite e continuano ad indebolirsi, ma
ho la mente ancora abbastanza sana e la memoria specialmente per
quante riguarda quanto feci negli inizi della mia vita fattiva è
perfetta.
Io ricordo per esempio i soldati francesi nel
1859 (avevo 6 anni) in casa nostra a Pecetto e specialmente i
pantaloni rossi della sentinella che avevamo alla porta di casa
avendo alloggiato un pezzo grosso dell'armata francese.
Ricordo poscia i 6 anni di collegio passati a Torino quindi a
Vigevano poscia a Casale ove feci la 3° e 4° elementare, perché
a Pecetto non vi era che la 1° e 2°, e percorsi i tre anni di
Scuole tecniche ed il primo anno di Istituto Tecnico.
Ricordo due viaggi che feci a Genova ed a Voltri col nonno per
andare a prendere Paolina che faceva i bagni di mare come le
furono indicati dai medici, e fu allora che mi innamorai del
mare dichiarando di voler fare il marinaio.
Ricordo
infine il nome e la fisonomia del capitano, del secondo, del
nostromo degli otto marinai e dei tre mozzi del bastimento
Invidia sul quale feci il mio primo viaggio dal Novembre 1868
all'Aprile 1871.
Come tu vedi cara Nina la mia memoria è
perfetta e la ma mente altrettanto, ma ho compiuto i 91 anni
essendo nato a Pecetto il giorno 8 Novembre 1853, quindi molto
vicino ad intraprendere il viaggio dal quale non si ritorna. Io
non ho testamento da fare perché quello che e mio diventa tuo
appena io chiudo gli occhi, e non desidero altro che un funerale
molto modesto, senza fiori e senza discorsi e raccomando a chi
mi vuole bene di fare opere di beneficenza al bisognosi. e qui
faccio punto.
La mia vita senza essere stata molto
avventurosa fu pero molto movimentata, e durante il periodo
trascorso dal Novembre 1868 all'Ottobre 1936, ossia durante 68
anni, non feci che lavorare prima colle braccia poscia colla
mente senza interruzione e senza sentire ne’ il bisogno di ferie
o di riposo per settimane o mesi continui, restando sempre come
si dice sulla breccia, ad attendere al fatti miei.
Ed
ora, cara Nina, desidero lasciare a te perché tu lo possa
comunicare al nostri discendenti una memoria che ricordi la mia
vita di lavoro che fu lunga e molto difficile per molto tempo,
permettendomi però negli ultimi 25 o 30 anni di poter renderla
abbastanza fruttifera per poterti lasciare in condizioni
abbastanza buone.
Come tu sai lo sono un vecchio
marinaio, e fui pure uno dei non molti capitani di bastimenti a
vela ancora in vita che solcavano tutti i mari del mondo e che a
poco a poco dovettero cedere il dominio dei mari alla marina a
vapore.
Ho cominciato la mia carriera marittima partendo
da Genova il giorno 8 Novembre 1868 cioè esattamente il giorno
che lo compivo i 15 anni, in qualità di mozzo apprendista senza
paga, ed il mio papà pagava perciò 50 lire mensili al capitano.
Partiti da Genova, attraversato il Mediterraneo e
l'Atlantico passammo nell'Oceano Indiano ed arrivammo a Rangoon
in Birmania dopo 4 mesi e 19 giorni di navigazione. Colà abbiamo
preso un completo carico di riso consistente in circa 800 tons.
di riso, quindi partimmo per Queenstown in Irlanda facendo scalo
a Cape Town e all'isola di S. Elena per rinfrescare le
provviste, ed arrivando in Irlanda dopo una navigazione da
Rangoon di 5 mesi e 7 giorni. Fummo quindi ordinati di andare a
scaricare ad Amsterdam.
Detto mio primo viaggio durò fino
all'Aprile del 1871 ossia quasi due anni e mezzo avendo
approdato nei porti di Cardiff, Montevideo, Buenos Ayres,
Odessa, Costantinopoli, Cagliari ecc. quindi a Genova. Nel mese
di Giugno 1871 imbarcai come marinaio sul veliero Laigueglia e
dopo aver toccato i porti di Cospoli, Taganrog, Malta, Cadice,
Buenos Ayres, Rosario, Dublino, Cardiff il 13 gennaio 1873 siamo
naufragati nel canale di Bristol, e siccome fortunatamente ci
siamo salvati tutti il console ci ha mandati a Genova per mezzo
della ferrovia attraversando la Francia.
Cosi continuai a
navigare con velieri, prima da marinaio poscia nel 1876 da
ufficiale, e finalmente verso la fine del 1880 da capitano del
bastimento a vela Caterina Mainetto.
Con detto veliero
feci due viaggi dall'Europa all'Oceano Pacifico caricando il
primo viaggio di guano alle isole Chinai, e il secondo viaggio
di salnitro ad Iquique per Rotterdam. Insomma ritornai a Genova
dopo quasi tre anni di assenza dall'Italia ossia nell'Ottobre
del 1883.
Durante questi miei viaggi ebbi tempo di
osservare che la marina a vela internazionale, andava sempre più
perdendo di importanza, mentre la marina a vapore cresceva
sempre di più. Mi decisi allora di lasciare quella per questa,
ed avvisai di questa mia decisione il mio armatore, il Sig.
Carlo Mainetto, proprietario della nave da me comandata. Egli
rimase molto stupito di questa mia decisione, e voleva
persuadermi che io ero in errore, che la marina a vapore era
obbligata per le spese che aveva di esercizio, a cedere il posto
alla vela, ecc ecc. Ma io non ne rimasi convinto, gli proposi un
capitano, che lui stesso mi pregò di proporgli, che mi ha
surrogato nel comando del Caterina Mainetto. Lasciai cosi la
marina a vela, che occupò 15 anni della mia vita avendo percorso
tutti i gradi, da mozzo a capitano.
La vita che si faceva
allora nella marina a vela, mi ha servito per abituarmi a
qualunque privazione, ed a non aver bisogno di nessuna di quelle
raffinatezze che indeboliscono l'organismo rendendolo uno
schiavo di tante abitudini che si rendono quindi necessarie alla
vita.
Ciò fatto, mi misi in opera del modo di poter
entrare nella marina a vapore.
Si era in quei tempi
costituta in Genova una nuova compagnia di Navigazione cioè la
Società di trasporti Marittimi Raggio & C. Alla .testa di detta
impresa vi era il Sig. Edilio Raggio (fatto poi Conte nel 1892)
uomo che oltre al possedere molti milioni aveva uno spirito di
iniziativa commerciale ed industriale non comune, e pensai che
la miglior cosa che potesse fare sarebbe stata quella di farmi
presentare a lui per ottenere un posto nella sua società. Ed
infatti sono riuscito in quanto desideravo ed ho accettato un
posto di III ufficiale con un piroscafo di detta società,
sebbene fossi stato il capitano, ossia fossi stato il primissimo
nel mio veliero.
Partii da Genova il 26 Dicembre del
1883, ossia la seconda festa di Natale, in treno con altri tre
ufficiali tutti superiori a me, e 64 persone di bassa forza, per
andare a Glasgow ad equipaggiare due nuovi piroscafi cioè il
Perseo e lo Stura della suddetta società di trasporti marittimi,
che erano stati costruiti da costruttori inglesi nei cantieri
del Clyde.
Fortunatamente io conoscevo abbastanza la
lingua francese e la lingua inglese, per poter fare i miei
affari senza aver bisogno di interpreti, ciò che non sapevano
gli altri tre ufficiali che erano con me, quindi ufficialmente
io ero un loro subordinato; ma effettivamente non eravamo ancora
arrivati a Parigi che il direttore della carovana ero io, e cosi
continuò a Londra ed arrivammo tutti compatti a Glasgow, mentre
altre spedizioni di personale molto meno numeroso, ne avevano
sempre perduto qualcheduno per la strada.
Aappena
arrivati io mi imbarcai quale III ufficiale sul Perseo,piroscafo
elegante che doveva fare i viaggi di passeggeri da Genova a Rio
della Plata. Ne prese il comando il CAP. Mancini ma
provvisoriamente perché lui doveva comandare lo Stura. Partimmo
da Glasgow ed in una settimana arrivammo a Genova. Da questo
porto il Cap. Mancini doveva ripartire in treno per Glasgow per
prendere il Comando dello Stura; ma prima di partire venne a
dirmi che in seguito a sua domanda, io dovevo lasciar il Perseo
e ripartire con lui per andare come II ufficiale sullo Stura.
Cosi io montavo già Il primo scalino e partii con lui per
Glasgow. Arrivati colà, fatte le prove previste dal contratto, e
preso un carico di carbone partimmo per Genova ove arrivammo
felicemente.
In seguito a divergenze avvenute fra il CAP.
Mancini ed il primo ufficiale questi dovette sbarcare per
imbarcare su un altro piroscafo, ed io in seguito a domanda del
comandante CAP. Mancini, rimasi sullo Stura quale primo
ufficiale, così in meno di due mesi ho salito due scalini ossia
da III ufficiale sono salito a I ufficiale. Non altrettanto
sollecita fu la mia promozione da primo ufficiale a comandate,
perché la Società di Trasporti Marittimi fu venduta alla N.G.I.,
ove dovetti entrare con un grado meno, ossia II ufficiale e
dalla quale società mi licenziai per ritornare con la casa
Raggio che aveva comprato due piroscafi e finalmente nel 1886
arrivai ad assumere il comando di uno di essi.
Navigai
quale comandante sui piroscafo Carlo R., Fortunata R., Edilio
R.. dal 1886 a 1894 facendo parecchi viaggi carico di emigranti
sia per Il Brasile che per il Rio della Plata, inoltre feci
viaggi a New York, approdai a molti porti dall'Inghilterra e del
Continente Europeo come Anversa, Rotterdam, Emden, Amburgo,
Dunkerke, Havre ecc.
Feci anche viaggi per l'Isola di
Giava, per Singapore, Penang, Rangoon, Bassein in Birmania ecc.
Finalmente nell'ottobre del 1894 arrivando a Genova col
piroscafo Fortunata R., il conte Edilio Raggio che ne era il
proprietario, mi fece il seguente discorso:
Io ho un
figlio che sta per avere 20 anni, ed io desidero che intraprenda
un viaggio che gli serva per conoscere il mondo, ed acquistare
tutte quelle cognizioni che gli possono servire nella vita;
dovrebbe quindi fare il giro del mondo, ed io ho pensato che lei
potrebbe essergli il suo compagno nonché la sua guida. Vorrebbe
lei accettare quanto le propongo. Io naturalmente accettai, e
confesso la verità che accettai con entusiasmo.
Cosi
lasciai il comando del piroscafo nei primi del mese di novembre
del 1894 partii col Conte Carlo Raggio per fare il giro del
mondo.
Cominciammo con visitare Roma e Napoli poscia con
un piroscafo della N.G.I. andammo ad Alessandria d'Egitto e di
la al Cairo quindi con un vaporetto di Cook risalimmo il Nilo
fino ad Assuan ossia alle prime cataratte, ove visitammo il
famoso tempio di Phile.
Siamo quindi scesi a Luxor ove
abbiamo visitato le tombe degli antichi re egiziani nonché le
rovine dei templi di Karnak.
Scendemmo poscia nuovamente
al Cairo e visitammo le piramidi di quei dintorni nonché le
psiche di quella regione.
Poscia ritornati ad Alessandria
ci imbarcammo per Massua dove abbiamo proseguito per Dogali
Ghinda ed Asmara. Ma avendoci il generale Barattieri allora
fatti avvisare che non essendo le strade troppo sicure dai
predoni, non ci siamo internati troppo nell'interno e ritornati
a Massua ci siamo imbarcati sopra un piccolo piroscafo della
N.G.I e siamo arrivati in poco tempo ad Aden dove abbiamo dovuto
sostare qualche giorno per attendere il grande piroscafo
Domenico Balduino che doveva portarci a Bombay. Ad Aden abbiamo
avuto l’occasione di visitare delle grandi saline di proprietà
italiana che si erano impiantati colà, e da dove si mandava
molto sale in India e nell'estremo Oriente.
Arrivati a
Bombay dove visitammo le curiosità di quella grande città, fra
le quali le famose torri, aperte verso il cielo, che servono di
camposanto alla setta dei parsi; essi vi depositano i loro
cadaveri che sono in pochi minuti sbranati in piccoli pezzi da
degli avvoltoi di quei paesi, che posati sull'orlo del muro
esteriore delle torri, quando vi e un funerale, aspettano che il
cadavere sia depositato, per piombarvi sopra e dilaniarlo a
piccoli pezzi, dando così il disgustoso spettacolo di vederli
volare con un pezzo di carne umana nel loro becco.
Da
Bombay partimmo accompagnati dal Sig. Riccardo Cavalleroni
genovese che trovammo sul Domenico Balduino in un viaggio di
piacere, e da certi due fratelli Rossi di Faenza che erano a
Bombay sulle mosse per partire per l'interno dell'India che
desideravano visitare; e che tu cara Nina troverai in una
fotografia che abbiamo fatto fare a Feipure, tutti cinque sopra
un elefante, che gentilmente mise a nostra disposizione il Raja
di quel paese.
Partiti da Bombay visitammo Lahore,
Feipure, dove il Sig. Cavalleroni ci lasciò per ritornare a
Bombay dovendo ritornare in Italia col "Balduino"; quindi
proseguimmo per Agra dove visitammo il famoso mausoleo Taj
Malhal, poscia Luknow, Delhi, Benores e Calcutta. Da queste
città rimontammo nuovamente l'India, e con una piccola ferrovia
salimmo sull'Himalaya fino alla stazione estiva dei personaggi
inglesi colà residenti, che si chiama Darjiling, stazione che e
a circa 3000 metri sul livello del mare, e della cui vicinanza
abbiamo avuto la fortuna di poter vedere in una mattinata,
raramente limpida, Il picco di Everest che misura oltre 8000
metri di altezza e ritenuto come il picco più alto del mondo.
Ritornammo quindi a Calcutta, e dopo alcuni giorni partimmo con
un vapore inglese per Colombo nell'isola di Ceylon. Arrivati
colà abbiamo fatto una gita a Kandy bellissima cittadina ove
risiedono molti funzionari inglesi, essendo quella città la
capitale dell’ isola Inoltre, per chi ci crede, Kandy era
l'antico paradiso terrestre dove Adamo ed Eva commisero quel
tale peccato che ecc ecc.
In seguito ritornati a Colombo
ci imbarcammo con un bellissimo piroscafo inglese della
Peninsular Oriental Steam Ship Company, per la Australia. Cola
dopo aver approdato al Port Albeny siamo arrivati ad Adelaide
dove siamo sbarcati ed abbiamo proseguito Il nostro viaggio per
Melbourne, poscia per Sydney in treno. Sono due grandi città
moderne, dove si trovano negli hotel tutto quanto si desidera,
nonché ogni conforto. Io ricordo l'Hotel Australia a Sydney che
aveva certamente qualche centinaio di camere ed era molto
elegantemente tenuto. I1 porto di Sydney e ritenuto per uno dei
migliori porti del mondo ed e veramente un grande porto così
costruito dalla natura. Di la ci siamo internati nel continente
australiano, ed abbiamo visitato le Fenolan Caves, che sono
caverne molto grandi e molto curiose dove esistono una grande
quantità di stalattiti e stalagmiti di grandi dimensioni.
Da Sydney siamo passati alla Nuova Zelanda, con un piroscafo
nord Americano. Siamo sbarcati ad Auckland, e poscia ci siamo
internati per andare a vedere i famosi geyser ossia le sorgenti
d'acqua calda che si trovano ovunque, e non e difficile facendo
un buco nella terra di qualche profondità vederne sorgere una
sorgente di acqua caldissima. Abbiamo visitato le stazioni di
Roturoa e di Wakarewarewa, dove tutte le case sono composte del
solo piano terreno, essendo quelle regioni solite a subire dei
terremoti alle volte violenti, ma certamente molto frequenti.
Dalla nuova Zelanda ritornammo a Sydney dove non trovammo un
piroscafo che ci convenisse per andare a Singapore come avevamo
intenzione di fare, quindi in treno ritornammo a Melbourne dove
trovammo Il piroscafo Orizabe dell'Orient line, che partiva per
Colombo nell'isola di Ceylon, e su quel piroscafo ci siamo
imbarcati ed arrivati a Colombo si siamo fermati qualche giorno,
finche abbiamo potuto imbarcare su Il'Oceanian, piroscafo
francese diretto a Saigon in Indocina.
Arrivammo colà
dopo aver fatto lo scalo di Singapore, città da me molto
conosciuta essendoci stato parecchie volte.
Da Saigon pro
seguimmo per Hong-Kong famosa colonia inglese che ora a nelle
mani dei giapponesi.
Quindi partimmo per Shangai la più
grande città cosmopolita che esiste in Cina. Vi e un gran
quartiere europeo dove sono rappresentate tutte le nazionalità
dell'Europa. Noi abbiamo trovato cola due fratelli Negri di Novi
Ligure che dirigevano una fabbrica di tessitura di seta, ed
abbiamo dovuto accettare un invito a pranzo dai proprietari
delle filande che dirigevano, pranzo che ci fu dato in una
trattoria cinese, ma dove ci siamo divertiti ben poco ed abbiamo
mangiato ancor meno, tanto che dopo aver ringraziato quelli che
cl invitarono, siamo ritornati nel nostro hotel per mangiare
qualche cosa di possibile.
Da Shanghai siamo passati in
Giappone. Abbiamo cominciato con visitare Nagasaki, quindi Kobe,
Osaka, Sisoha, Johohama, Tokio, Nikko, Myhanosta, e diverse
piccole città dell'interno dove abbiamo trovato un'accoglienza
molto cordiale.
Il Giappone e certamente un paese molto
interessante e di grande avvenire, ed ha una popolazione molto
intelligente e seria. Siamo stati in Giappone oltre a due mesi e
siamo rimasti molto soddisfatti del tempo che gli abbiamo
dedicato.
Partimmo di la con un vapore della Pacific
Steam Navigation Com. che ci porta direttamente da Johohama a
Vancouver nella British Columbia avendo fatto il solo scalo di
Victoria nell'isola omonima. Attraversammo la British Columbia
ed il Canada diretti a Montreal, Quebec e poscia Toronto per
poter visitare le cascate del Niagara. Visitammo quindi New York
e Washington, quindi partimmo da New York per Liverpool col
piroscafo Majestic della White Star Line traversata che abbiamo
fatto in sei giorni. Passammo quindi per Londra ove ci fermammo
qualche giorno, quindi filammo diritti per Genova attraversando
Parigi senza fermarci.
Partiti da Genova nei primi giorni
del mese di novembre del 1894 vi ritornammo verso la fine di
agosto del 1895, cioè impiegando a fare il viaggio circa 10
mesi.
Finito il nostro viaggio a me fu ridato il comando
del piroscafo " Carlo R" e partii verso la fine dell'anno 1895
con un carico di emigranti per il Brasile e ne ritornai nel
Gennaio 1896; avendo avuto per compagno di viaggio il Sig.
Cesare Balduino, che volle venire con me per fare un viaggio di
un mese,e col quale conservammo per molto tempo una buona e vera
amicizia.
Con detto viaggio fatto nel 1895-1896 io ho
finito la mia vita di navigante, perché avendo il Conte Raggio
idea di ingrandire la sua flotta, riconosceva la necessità di
avere un capitano di armamento fisso in terra, per dirigere la
parte tecnica dei suoi piroscafi, ed lo fui quello da lui
prescelto per occupare detto posto, che aveva certamente molta
importanza.
Dal Novembre 1868 fino al Febbraio 1896 sono
passati anni 28 e mesi tre nel quale tempo sono compresi oltre
25 anni di navigazione effettiva, tempo più che sufficiente per
aver diritto alla più alta pensione dei capitani marittimi di
lungo corso, dalla Cassa Invalidi del la Marina Mercantile ed io
ho potuto in seguito regolare il mio libretto di matricola, che
e il documento necessario per incassare detta pensione regalare
dico detto libretto alla Casa di riposo della Gente di mare di
Camogli affinché pregassero per mantenermi molto tempo in vita,
onde poter profittare il maggior tempo possibile della mia
pensione!
Così dal principio dell'anno 1896, sempre
occupandomi di affari marittimi, passai dal navigare alla
direzione di affari sempre inerenti alla navigazione,
cominciando come capitano d'armamento. Nell' estate del 1897 il
direttore commerciale ed amministrativo dei piroscafi della Casa
Raggio perì in un'escursione sopra dei ghiacciai sulle Alpi, ed
io allora dovetti provvisoriamente prendere la direzione totale
della flotta, aiutando però il Conte Raggio a cercare un
direttore che assumesse la direzione che aveva lasciato il
poveretto perito sulle Alpi. Diversi armatori furono officiati
per occupare detto posto, ma nessuno volle accettare.
Io
però aiutando coscienziosamente il Conte Raggio a cercare la
persona che egli desiderava, dentro di me ero convinto che se i
piroscafi passavano qualche mese sotto la mia direzione, il
Conte si sarebbe accorto che io potevo benissimo continuare a
dirigere senza aver bisogno di ricorrere ad altre persone.
Quindi senza far cenno a nessuno di quanto naturalmente
desideravo misi ogni impegno affinché gli affari si svolgessero
in modo soddisfacente; e posso dire di esserci riuscito
ampiamente. Il Conte Raggio soddisfatto del mio operato mi
nominò direttore dei suoi piroscafi e nel 1918 volle che mi
prendessi un capitano d'armamento che fu Il Cap. Mangiarotti.
Fu poi verso la fine del 1918 che si fondò la Società
Commerciale di Navigazione, con un vasto programma di nuove
costruzioni ed io venni nominato Amministratore Delegato. Con
questo programma anzitutto si passarono i 4 piroscafi della
Ditta Raggio alla nuova Società ed io col concorso di un
ingegnere navale della Ditta Odero, studiammo la costruzione di
nuovi vapori da carico che si misero subito in costruzione, cioè
il Iupiter, il Vernus, l'Uranus alla Ditta Odero, ed il Iuno
alla Ditta Orlando di Livorno. Vennero poco dopo messi in
costruzione il Doris, il Nereus, ed il Diand alla Ditta Odero ed
il Selene al Cantiere navale di Ancona.
Vennero anche
comprati dei piroscafi all'estero, come il Themis, il Pallos, il
Mercurius e l'Hercules; così al principio di questo secolo io
dirigevo una flotta di 14 piroscafi.
Pare che il mio
modo di amministrare gli interessi che mi furono affidati abbia
incontrato l'approvazione non solo dei Signori Raggio ma anche
di altre persons che si occupavano di affari marittimi. Infatti
nel 1905 sono stato invitato ad entrare nel consiglio della
N.G.I. (Navigazione Generale Italiana) la massima compagnia
marittima italiana. Avendo io risposto che per far ciò bisognava
che ne parlassi col Conte Raggio, questi mi fece il seguente
discorso: Diversi miei amici mi hanno proposto quanto voi mi
dite; io non posso ostacolare la vostra nomina ad amministratore
di detta Società, quindi se voi credete di accettare fatelo pure
pero desidererei che mi prometteste che, qualunque offerta vi
fosse fatta,voi non lascerete la direzione dei miei piroscafi -
promessa che io feci e mantenni fino all'ultimo.
Così
fui nominato membro dei consiglio d'amministrazione della N.G.I:
dell'Italia Navigazione, società che dipendeva dalla N.G.I.,
nonché membro del consiglio dell' "Italia” società
d'assicurazioni marittime. Ma nel 1906 il Parlamento Argentino
votò una legge colla quale detta Repubblica avrebbe pagato una
sovvenzione da stipulare a quella Societa che avesse istituito
una linea di navigazione fra un porto europeo e Buenos Ayres,
con piroscafi che impiegassero non più di 15 giorni ad
effettuare la traversata. Al Conte Raggio allora venne l'idea di
concorrere per detto affare. Si mise d'accordo con il Sig.
Figari (detto il Padre Eterno) e stabilirono nel caso
rimanessero aggiudicatari del l'affare, di formare una società
con 50 milioni di capitale per la costruzione e l'esercizio
delle navi necessarie.
Ed io fui l'incaricato di
studiare la cosa, di preparare i disegni di piroscafi, e di
andare a Buenos Ayres per trattare con quel governo.
Siccome nei 15 giorni suddetti vi era compreso anche il tempo
delle eventuali fermate intermedie, ed essendo, allora che si
navigava bruciando carbone, la fermata necessaria per
approvvigionarsi di carbone, detta fermata doveva essere ridotta
al minimo, quindi i rifornimenti si dovevano fare con mezzi
meccanici, e non con mezzi che allora erano in uso a S.Vincenzo
di Capo Verde, ed alle Canarie, ove molto di sovente, non
essendo porti riparati, non si poteva imbarcare il carbone.
Decisi quindi di andare a Buenos Ayres con un piroscafo
francese, imbarcandomi a Lisbona per passare nel porto di Dakar,
unico porto di quei paraggi dove le acque sono sempre
tranquille. Infatti il porto di Dakar fu da me ritenuto quello
che mi necessitava nell'eventualità avessimo ottenuto l'affare.
Arrivai a Buenos Ayres verso la meta del mese di
settembre 1906 e presentai le mie proposte ed i disegni dei
piroscafi che si sarebbero costrutti. Ciò feci prima del 1
Ottobre come era stato stabilito dal Governo Argentino. Ebbi in
seguito diverse conferenze con quel ministro della Marina, del
quale ricordo il nome, cioè Sig. Betbeder,e credo che sarei
stato il vincitore della gara, perché fui il solo che presentai
una proposta, assolutamente precisa al capitolato d’onere
pubblicato.
Ma un fatto grave é intervenuto, il 22
Ottobre 1906 mi si telegrafò da Genova la morte del Conte
Raggio.
In seguito a ciò ricevetti un telegramma dal
Sig. Figari che mi dichiarava che in seguito a detto disgraziato
avvenimento lui non intendeva più continuare ad interessarsi
nell’affare.
Un altro telegramma pressappoco simile
ricevetti dagli eredi Raggio col quale mi si pregava di
ritornare al più presto possibile, risultando dal testamento del
Conte essere io uno degli esecutori testamentari.
Dovetti ricorrere a qualche sotterfugio per farmi dichiarare dal
Ministro della Marina che la mia proposta non era accettata, e
così ottenni quanto desideravo di essere cioè autorizzato a
ritirare il mezzo milione di pesos che avevo depositato al Banco
da la Nation per poter intavolare le trattative.
Cosi
partii da Buenos Ayres ai primi di Novembre, e col Sannio della
N.G.I., arrivai a Barcellona, e quindi col treno via Marsiglia
arrivai a Genova circa il 25 Novembre.
Prima di partire
da Genova, io avevo naturalmente presentato le mie dimissioni da
amministratore della N.G.I. dovendo recarmi in Argentina per
stabilire una linea di navigazione concorrente a quella che già
eserciva la N.G.I.; ma appena ritornato fui pregato di ritornare
nella mia carica, non solo come semplice amministratore, ma per
di più come Membro del Comitato di Direzione.
Siccome
facevo anche parte del Comitato Direttivo dell'Italia
Navigazione, ed avendo detta Società deliberato previo aumento
del capitale sociale, la costruzione di tre grandi piroscafi da
passeggeri per i viaggi da Genova al Nord America, io fui
incaricato di discutere con dei costruttori inglesi i dettagli
di dette navi; ed in seguito a mie proposte, si affidò la
costruzione di due di essi, cioè l'Ancona ed il Verona a
Workmann & Clarke di Belfast, e la costruzione del terzo il
Taormina alla Ditta Henderson di Glasgow.
Questi tre
piroscafi furono per parecchi anni i migliori della Marina
Mercantile Italiana specialmente per Il trasporto emigranti.
Disgraziatamente furono tutti tre silurati durante le guerre
1915-1918. Durante il mio viaggio a Buenos Ayres venne
costituito in Italia un comitato presieduto dal Senatore Erasmo
Piaggio, che doveva occuparsi della difesa degli interessi della
Marina Mercantile, ed io fui scelto per farne parte. Ma nulla
fece detto comitato, tanto che io per non lasciarlo morire così
senza essere stato radunato neppure una volta feci la seguente
proposta al Senatore Piaggio. La nostra marina mercantile e
schiava dovunque si trovi dei depositi di carbone stabiliti
ovunque da negozianti inglesi; e specialmente i piroscafi che
esercitano le linee per il Plata, debbono rifornirsi di quantità
non indifferenti di combustibile alle Canarie o alle Isole di
Capo Verde, cioè in porti aperti dove alle volte bisogna
aspettare che il tempo migliori per poter fare il rifornimento.
I soli piroscafi italiani che fanno i viaggi dall'Italia al Sud
America, possono alimentare un deposito che sia di proprietà
delle Società armatrici di detti piroscafi, quindi sarebbe
conveniente che una società da essi formata si occupasse di
detti rifornimenti.
Il Senatore Piaggio trovò
conveniente la mia proposta, e mi dichiarò che il Lloyd Italiano
avrebbe aderito alla formazione di simile società; e dopo di lui
ebbi pure l'adesione della N.G.I., della Veloce e dell'Italia
navigazione.
Così si formò la Società "Senegal Societè
d'Approvisionement" società che dovette essere francese per
poter avere il permesso di esercire nel porto di Dakar che io
credetti di prescegliere per poter adoperare dei mezzi meccanici
per compiere i rifornimenti. Questa Società che fu da me ideata
costituita e gestita, ha dato dei risultati buonissimi. In
quattro o cinque ore riforniva il Mafalda di circa 1.000 tons.
di carbone di cui abbisognava per ogni approdo, e nei primi
sedici esercizi ha dato ai suoi azionisti 852 per cento. Io
oltre ad essere il promotore della Società fui anche l’ideatore
dei pontoni che fornivano il carbone, che furono costrutti
secondo le idee da me suggerite, e che erano infatti chiamati,
Pontoni Menada.
Durante gli anni 1925-1926 al deposito
di. carbone fu aggiunto quello dell'olio combustibile, mediante
l'invio a Dakar di tre cisterne da 900 tons. ciascuna divise in
11 compartimenti stagni per ciascuna, e munite di pompe
sufficienti per imbarcare 1000 tons. per ora d'olio sui
piroscafi che si rifornivano. Con questo nuovo impianto abbiamo
avuto anche diverse compagnie inglesi per clienti e siamo
arrivati a fornire circa 200.000 tons per anno.
Tutti i
galleggianti che a Dakar fornivano le navi di ogni nazionalità,
furono costruiti secondo i miei disegni, e la N.G.I. che volle
fare un deposito di carbone a Buenos Ayres per i suoi
piroscafi,ha adottato le mie idee per costruire i galleggianti
di cui abbisognava.
Poscia come tutte le azioni della
Senegal erano possedute dalla N.G.I. che aveva assorbito
l'Italia, la Veloce ed il Lloyd Italiano furono vendute nel 1936
ad una Società francese ed io cessai di occuparmene.
Nel
1907 venne varato nel Cantiere di Riva Trigoso Il piroscafo
Principessa Jolanda, che appena fu in mare si capovolse.
Tutto quanto fu fatto per cercare di raddrizzarlo fu vano.
Io essendo in relazione con compagnie di salvataggio inglesi,
cercai se qualcheduna volesse prendersi l'incarico di tentare Il
suo raddrizzamento, ma tutti la dichiararono impossibile,
siccome la carena della nave nella sua parte superiore era a
fior d'acqua si poterono estrarre le due macchine e le caldaie
che erano nello scafo, che fu demolito per quanto possibile.
Essendo macchine e caldaie in perfetto ordine, mi venne l'idea
del modo in cui si potevano utilizzare, e quindi proposi alla
N.G.I. di far costruire due grossi piroscafi da carico, di
14.000 tons. ciascuno, forniti dei mezzi meccanici di cui erano
forniti i pontoni di Dakar per ottenere uno scarico sollecito, e
quasi automatico, quando fossero carichi di carbone od altra
merce alla rinfusa. La mia idea venne adottata e così vennero
costruiti, secondo i miei disegni, i piroscafi Milazza e
Volturno, che però ebbero una vita breve essendo stati silurati
tutti due durante la guerra 1915-1918.
Nel 1910 i
risultati ottenuti dalla Società Commerciale Italiana di
Navigazione furono tali che si decise la costruzione di nuovi
piroscafi di maggiore portata dei posseduti cioè di 8.000 tons.
di portata.
Avendo avuto delle offerte dai cantieri
inglesi molto più convenienti di quelli italiani, io partii per
l'Inghilterra, e dopo un non breve soggiorno colà, combinai la
costruzione di un piroscafo di 8.000 tons. con il Cantiere
Doxford di Sunderland al quale si diede il nome di Edilio. In
seguito al primo se ne ordinò un secondo che fu l'Enrichetta
delle stesse dimensioni, quindi sui disegni inglesi costruimmo
in Italia l'Armando, il Tea, il Carmen ed il Carlo che insieme
agli altri, alla nostra dichiarazione di guerra del 1915 la
Società Commerciale(Raggio) aveva una flotta di 19 piroscafi da
carico. Durante la guerra i silurati furono 16 quindi non ne
rimasero che 3 cioè l'Armando, il Iuno ed il Circe.
Prima della dichiarazione di guerra del 1915 io aveva comperato
con l'aiuto di parecchi amici e cointeressati due piroscafi cioè
l'Oceano di circa 7.500 tons di portata e l'Atlantide di 9.500
tons Li feci navigare per qualche anno, ma siccome durante la
guerra il loro prezzo era salito di molto così pensai di
venderli ambedue all'Ilva e ciò con molta soddisfazione dei miei
azionisti, perché realizzarono più del doppio di quanto avevano
sborsato, ed il Sig. Lorenzo Dufour, che aveva impiegato in
detti miei vapori una somma considerevole mi ha mandato a
regalare un servizio da the in argento di un valore non
indifferente.
Mi compiaccio di scrivere ciò, che
raramente avviene, affinché si sappia come io ho sempre trattato
i miei cointeressati.
Negli anni che precedettero la
guerra io fui nominato membro del Consiglio del traffico delle
Ferrovie di Stato, quale rappresentante della classe
armatoriale. Purtroppo detta carica non durò che due anni ed era
molto utile perché dava diritto ad avere il permanente, cioè il
diritto di viaggiare gratis su tutte le ferrovie italiane.
Venni pure nominato membro ad honorem del Collegio degli
Ingegneri navali di Genova, associazione della quale non ho mai
potuto occuparmene dati gli impegni che avevo.
Feci
parte anche del Consiglio Superiore della Marina Mercantile che
aveva la sua sede in Roma ed era presieduto da S.E. Paolo
Poselli.
Ho preso parte, anche vivacemente, a diverse
sedute, ma durante il periodo bellico ed in seguito fino al
Maggio 1919, il Consiglio Superiore non diede segno di vita.
Ciò, nonostante le requisizioni e i noleggi di navi che
frequentemente abbisognavano al governo. E questo bisogno, fu
tanto sentito che S.E. Riccardo Bianchi nel tempo che durante la
guerra fu Ministro dei trasporti, ha creduto necessario alle
gare al suo ministero una commissione di quattro armatori per il
disbrigo degli affari marittimi.
Io ero uno dei quattro
armatori.
Quando nel Maggio 1919 ricevetti l'invito per
recarmi a Roma per le radunanze del Consiglio Superiore mandai
le mie dimissioni. Seppi che S.E. Boselli se l'ebbe a male, ma
io ho creduto che fosse l'unico modo che dovevo comportarmi dopo
tanto silenzio. Nel Maggio 1918 moriva il Comm. Armando Raggio
che con suo nipote il Conte Carlo Raggio possedevano la totalità
delle azioni, della Società Commerciale Italiana di Navigazione
e della Carbonifera Ind.le Italiana.
In seguito a ciò il
Conte Carlo Raggio figlio del fu Conte Edilio mi dichiarò che
egli voleva assolutamente toglierli dagli affari, che quindi
d'accordo col suo avvocato che era ben noto Vittorio Rolandi
Ricci, facessimo il necessario per ottenere quanto desiderava.
Infatti abbiamo persuaso gli eredi del Comm. Armando Raggio a
vendere la Commerciale di Navigazione e tenersi loro la
Carbonifera. Perciò la Società di Navigazione fu venduta nel
1918 alla N.G.I.
Cosi io lasciai la casa Raggio dove era
entrato nel Dicembre 1883, nella quale rimasi quindi circa 35
anni.
Continuai però ancora ad occuparmi di affari
marittimi.
Nel 1920, per invito dal Credito Italiano,
assunsi la presidenza di una Società di Navigazione che aveva 30
milioni di capitale formata dai lanieri italiani, ma
specialmente biellesi.
Quando assunsi la presidenza i
noli cominciavano ad abbassare ed io ritenevo che sarebbero
arrivati al punto di non essere più rimunerativi. Ma essi
volevano assolutamente impiegare parte dei milioni che avevano
guadagnato durante la guerra in affari marittimi. Comperai
allora un vapore ex tedesco in Anversa al quale misi nome di
Città di Genova.
Gli feci fare due viaggi in Australia,
poscia d'accordo con i Signori lanieri lo vendemmo alla N.G.I.
Quindi liquidammo la Società.
In seguito, invitato dalla
Banca commerciale e dal Credito Italiano accettai la presidenza
del Lloyd Mediterraneo. tenni detta carica per qualche anno, ed
essendo morto il direttore Cap. Olsen, mi assunsi anche la
Direzione.
Quest'ultimo pero lo tenni per pochi mesi,
perché avendo le due banche creduto bene di nominare un nuovo
direttore senza neppure avvisarmi io ho dato e mantenuto le mie
dimissioni da presidente.
Quando la N.G.I. ed il Lloyd
Sabaudo si fusero in una sola grande Compagnia con un consiglio
presieduto dal Duca degli Abruzzi, io venni nominato membro del
Consiglio, e rimasi in carica fino a quando l'I.R.I. si
impossessò della Compagnia.
Fui pure consigliere della
Compagnia Finanziaria Marittima, e del Credito Marittimo, due
banche che erano creature della N.G.I. Fui pure per qualche anno
amministratore dell'Ansaldo, della Mutua Marittima nazionale,
del Sindacato Marittimo contro ricorso terzi, nonché Presidente
dell'Itali Assicurazioni Vita, e presidente per pochi mesi della
Società per disinfezioni navi Clyton.
Ho tenuto pure per
parecchi anni la presidenza della Società Commercio e
fabbricazione tubi che vendetti molto proficuamente all'Ansaldo.
Con ciò non credo di aver esaurito la nomenclatura di tutte le
cariche sociali che ho avuto. La più importante, cioè quelle che
mi diedero più da fare sono anzitutto quelle appartenenti alla
Casa Raggio, quindi la Senegal e l'Italia Assicurazioni.
In quest'ultima Società entrai nel 1905, ne fui il
presidente nel 1921 e lasciai la presidenza nel 1943 avendo
compiuto i 90 anni, ma conservai e conservo tuttavia il posto di
consigliere d'amministrazione.
Marzo 1945 Emilio Menada
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